Come capire lo sguardo di una persona
Come capire lo sguardo di una persona
Grinder e Bandler durante le loro ricerche sulla “struttura dell’esperienza soggettiva”, vale a dire usando le loro parole “l’individuazione delle operazioni mentali fondamentali che in sequenza delineano la struttura dei processi comunicativi e delle strategie di pensiero delle persone”, notarono che i movimenti oculari che le persone compiono quando meditano tra sé e sé o elaborano le informazioni che vengono dall’esterno costituiscono un indizio importante e preciso sul loro modo di interpretare la realtà e in particolare sul sistema rappresentazionale che stanno usando in quel momento.
Negli anni ’80 queste intuizioni vennero provate da noti studi scientifici che confermarono che i movimenti oculari riflettono le diverse funzioni degli emisferi cerebrali impegnati nell’elaborare in modo velocissimo le informazioni che vengono loro fornite dai sistemi sensoriali attraverso varie combinazioni di immagini interne, suoni, sensazioni, odori, profumi, gusti.
Ognuno di noi usa queste modalità in combinazioni diverse e in un modo unico e personale. Conoscere in tempo reale quale sistema rappresentazionale il nostro interlocutore sta usando ci permette di rendere il nostro rapporto più profondo e di costruire una comunicazione su misura che diventa potente ed efficace.
Cosa osservano gli occhi?
Occhi rivolti in alto a destra:
immagini costruite con una visualizzazione nell’emisfero dominante.
Si tratta di immagini interne che vengono create in quel momento. Possono essere frammenti di immagini già viste e messe assieme come in un filmato, oppure completamente nuove. Le immagini costruite sono di solito piatte, non hanno profondità e pochi colori.
Occhi rivolti in alto a sinistra:
immagini ricordate o eidetiche costruite con una visualizzazione nell’emisfero non dominante.
Sono immagini tratte dalla banca della memoria di avvenimenti passati vissuti, oppure sognati o immaginati. Sono spesso colorate, hanno una buona profondità.
Occhi rivolti a destra a livello orizzontale:
esperienze uditive costruite con un accesso uditivo dell’emisfero dominante.
Questa sequenza è associata al processo di verbalizzazione, a ciò che si vuole dire subito dopo.
Occhi rivolti a sinistra a livello orizzontale:
esperienze uditive rammemorate con un accesso uditivo all’emisfero non dominante.
Si tratta di suoni ricordati, come canzoncine, proverbi, numeri telefonici, messaggi detti e ridetti tanto da diventare patrimonio dell’inconscio.
Occhi rivolti in basso a destra:
esperienze che riguardano le sensazioni corporee con accesso cinestesico.
In questa posizione una persona ha accesso sia alle emozioni sia a ricordi di tipo cinstesico che ha vissuto nel suo passato. Questa posizione è tipica, se protratta a lungo, delle persone depresse assorbite nel proprio mondo privo di suoni, di colori, di luci.
Occhi rivolti in basso a sinistra:
posizione che viene chiamata anche “auditorio digitale” e indica un dialogo interno.
E’ associata a un momento di profondo colloquio con se stessi. Chi è in questa posizione commenta ciò che sta succedendo tra sé e sé.
A volte chi tiene per lungo tempo gli occhi rivolti in basso a sinistra ascolta le voci di altre persone. Per esempio si usa questo canale durante i trattamenti ipnotici per l’obesità per enfatizzare alcuni comandi.
Sinceramente riuscire a comprendere dove guardano gli occhi di chi ci sta davanti è difficile anche perché il tutto avviene velocemente, proprio in un battito di ciglia.
E’ necessario fare molta pratica.
Non dimenticare che i movimenti oculari sono solo uno dei tanti segnali per capire i nostri interlocutori, non vanno infatti sottovalutati i gesti delle mani, il ritmo della respirazione, la posizione del corpo, il tono della voce e il tipo di vocaboli usati.
Per iniziare a fare esperienza trovo utile porre degli spunti ed esempi:
Immagini costruite:
fate una domanda diretta di tipo visivo che riguarda il futuro, per esempio: “Tra tre anni questo albero, persona o cosa… che aspetto avrà? Il vostro interlocutore per rispondervi deve costruire un’immagine che non conosce in quel momento.
Immagini ricordate:
fate una domanda di tipo visivo che riguarda il passato, per esempio ” Di che colore era la tua prima macchina?” Questo porta alla mente immagini che già si conoscono e lo sguardo andrà in alto a sinistra.
Esperienze uditive costruite:
fate una domanda semplice del tipo: “Quale suono ha il tuo nome detto alla rovescia?” Quindi ponendo una domanda che richiama una risposta verbale complessa. In questo caso i movimenti oculari possono anche iniziare con la ricerca di immagini o suoni costruiti o ricordati. Quando però l’interlocutore si presterà a verbalizzare il suo pensiero rivolgerà gli occhi a destra a livello orizzontale.
Suoni ricordati:
chiedete qualcosa che ricordi un suono, come ad esempio: “Che suono fa la tua sveglia?”, oppure “Qual’è la prima domanda che ti ho fatto?” Se chiedete di ricordare suoni legati alle emozioni, può darsi che vi sia prima una ricerca di tipo cinestesico oppure che prima del suono si voglia ricordare le immagini legate a quel particolare momento.
Sensazioni ed emozioni:
chiedete qualcosa che riguardi sensazioni semplici del tipo: “Come ti sentivi questa mattina prima di lavarti i denti?”, oppure “Come ti senti quando sei contento?” Se volete dire alla persona di pensare all’esperienza senza verbalizzarla, in questo modo potrete avere un controllo di tipo analogico ancora preciso.
Dialogo interno:
è difficile indurre una persona ad avere un dialogo interno con una domanda, in quanto è un fenomeno che avviene in modo spontaneo.
Prendete un quaderno, guardando la televisione osservate i movimenti oculari di chi parla, annotate le vostre esperienze, che dovranno essere numerose, fino a quando passerete da una competenza conscia a una competenza inconscia e spontanea.
Ciò che avete letto sono osservazioni ed apprendimenti da me dedotti sullo studio, sulla lettura di libri, su informazioni colte sul web da vari siti dedicati, dell’argomento, per me molto interessante, come in generale la mente umana, messo a vostra disposizione per puro carattere di condivisione, non vogliono essere per alcun motivo una base di studio scientifico.
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